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BAARCA

the pleasure of crafting boats - il piacere di fare barca

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Giornale di bordo

Specchio di poppa, sezione longitudinale primaria e linea d’acqua

Piano di costruzione

Disegnata la linea di chiglia, la linea di insellatura e la sezione maestra, si procede con la tracciatura del profilo dello specchio di poppa e di altre due curve fondamentali: la sezione longitudinale ad un quarto della larghezza massima della barca, e la linea d’acqua in corrispondenza del pelo dell’acqua ovvero della DWL (Designed WaterLine).

Per il disegno dello specchio di poppa dobbiamo tenere in considerazione due vincoli, rappresentati dai punti terminali della linea di chiglia e della linea di insellatura che sono state già tracciate. Tra questi due punti possiamo tracciare il profilo dello specchio in una maniera che per il momento possiamo definire arbitraria. In realtà come si vedrà nel seguito, la sua forma, oltre che rispondere a canoni estetici, sarà strettamente collegata alla forma delle linee successive ed in generale alle forme che vogliamo dare a tutta la poppa dell’imbarcazione.

Sezione longitudinale primaria

Disegnato il profilo dello specchio di poppa si prosegue con il tracciare il piano longitudinale ad un quarto della larghezza massima della barca, e la sezione corrispondente.
Tale profilo lo si disegna solo per la parte a poppa della sezione maestra, essendo questa la zona nella quale la sua forma influenza maggiormente le prestazioni dell’imbarcazione. Per tracciarlo dobbiamo tenere conto dell’intersezione del piano della sezione longitudinale con lo specchio di poppa e con la sezione maestra. La forma che gli diamo è importante per le prestazioni che vogliamo ottenere.
In generale, sulle barche più grandi e che viaggiano a velocità relative sostenute, noteremo una forma della sezione la più possibile rettilinea, a partire dalla parte immersa a poppavia della sezione maestra, fino al suo concludersi sullo specchio di poppa.
Su barche piccole, e che devono essere efficienti a velocità basse, tale fattore risulta meno importante e potremmo avere uscite del profilo più curve.

La linea d’acqua

Tracciato questo secondo profilo, la terza ed ultima curva che andiamo a disegnare è quella relativa alla sezione della barca in corrispondeza del pelo libero dell’acqua.
I vincoli che dobbiamo rispettare aumentano a quattro e sono costituiti dai punti di intersezione del piano dello pelo dell’acqua DWL rispettivamente con la linea di chiglia (due punti), con la sezione maestra e con la sezione longitudinale appena tracciata.
Se nella parte a poppavia della sezione maestra la forma di questa curva è pressocchè già determinata dalle curve tracciate in precedenza, ed in particolare dalla forma della sezione longitudinale ad un quarto della larghezza massima, la sua forma a pruavia della sezione maestra può essere tracciata con più libertà. La forma che gli diamo in questa zona dipende da alcuni fattori importanti che vedremo più nel dettaglio in un prossimo video.

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Carolina – La costruzione

Carolina in costruzione
I tempi

La costruzione del prototipo di Carolina ha richiesto circa 220 ore.
34 ore sono state necessarie per ottenere il solo scafo, ovvero per assemblare i componenti tagliati a controllo numerico (chiglia, fasciame e specchio di poppa).
Con 105 ore totali sono arrivato a completare lo scafo prima della fase di verniciatura. Quest’ultima fase ha richiesto più tempo del previsto per problemi di catalizzazione invernale della resina, a copertura del fondo della chiglia, e per inesperienza del sottoscritto nella preparazione delle superfici pre-verniciatura, la fase più dispendiosa e delicata prima della verniciatura vera e propria.
Credo che 220-250 ore sia una quantità ragionevole di tempo per un hobbista e che persone più esperte possano arrivare a finire Carolina in 100-130 ore di lavoro.

Le foto

In fondo a questa pagina trovate alcune foto della costruzione. Nelle prime sono visibili i pezzi tagliati con macchina a 5 assi, in particolare i componenti la chiglia e i corsi di fasciame.
Nel seguito alcune foto della costruzione dei madieri, dei bottazzi e dei bagli, fino alla primerizzazione finale, pitturazione dello scafo e verniciatura dei legni a vista.
Molte altre foto della costruzione le potete visualizzare nell’album google di Carolina.

Gli incastri tradizionali sul fasciame

Nella quinta foto, a partire dalla prima in alto a sinistra, è ben visibile il taglio obliquo sul corso di fasciame che sta a destra nella foto. Tale taglio è fondamentale per il perfetto incastro tra un corso di fasciame e quello adiacente nella costruzione a clinker tradizionale. Trattandosi di un incastro tridimensionale, ovvero di un taglio nel legno che varia costantemente la sua inclinazione per tutta la lunghezza del corso, la sua realizzazione manuale necessita di ottime capacità con le mani, buon occhio e molta pazienza. Nal caso di Carolina, una volta ricavata la forma dell’incastro sul modello CAD, è stato possibile tagliarlo con estrema precisione con una fresa a controllo numerico.

Epossidica, ma anche no

La precisione degli incastri realizzati a controllo numerico sui componenti la chiglia, il fasciame e lo specchio di poppa, permette una giunzione perfetta tra i pezzi. Questo fa sì che non siano più necessarie le caratteristiche riempitive della resina epossidica e che sia invece possibile utilizzare colle per legno tradizionali monocomponenti e resistenti all’acqua, non necessariamente per immersione prolungata se la barca viene tirata in secco dopo l’utilizzo.

Carolina-fasciame-tagliato-cnc
Il fasciame tagliato a controllo numerico.
Carolina-lo scalo di costruzione
Lo scalo di costruzione.
Carolina-parti-della-chiglia in mogano
Pezzi della chiglia.
Carolina-chiglia
Carolina-il fasciame-clinker
Un corso di fasciame.
Carolina-pezzo-della-chiglia
Carolina-quarto-corso-di-fasciame
Si assembla il quinto corso.
Carolina-scafo
Carolina-scafo-finito
Lo scafo è pronto.
Carolina-profilatura-dei-bottazzi
Profilatura dei bottazzi.
Carolina-madieri-in-frassino
I madieri.
Carolina-pofilatura-dei-bagli
Profilatura del baglio di poppa.
Carolina-bracciolo-di-prua
Il bracciolo di prua.
Carolina-bagli-e-pagliolato-montato
Madieri e pagliolato montati.
Carolina-baglio-di-poppa-con-schienale
Carolina-bagli
I madieri in verniciatura.
Carolina-scafo-primerizzato
Lo scafo primerizzato.
Carolina
Carolina-smaltatura-dello-scafo
Smaltatura dello scafo.
Carolina-verniciatura
In fase di completamento.
Carolina-verniciatura-del-pagliolato
Carolina-pronti-per-andare-in-acqua
Pronti ad andare in acqua.

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Vivierboats

StirVen-Francois Vivier

Baarca supporta in Italia il progettista francese Francois Vivier. Da sempre attivo professionalmente nel mondo della marineria francese, dal 2003 ha avviato la propria attività progettando piccole grandi barche dalle linee tradizionali rivolte alla costruzione amatoriale e ai piccoli cantieri del legno.

Tanti bei progetti per autocostruttori e cantieri

Ad oggi la sua offerta consta di 44 imbarcazioni tra piccoli tender a remi; a remi, vela e con piccolo motore ausiliario; day-boats; cabinati a motore e vela.
Per la maggior parte ispirate alla tradizione nord europea – con unica eccezione Gabian, a vela latina e con linee d’acqua e costruzione dello scafo di ispirazione mediterranea – sono barche dalle linee delicate e dall’estetica molto curata che sarebbe un piacere vedere maggiormente diffuse nel Nostro Mare.

Vivier può essere contattato direttamente in italiano. Per qualsiasi supporto relativo alla costruzione, i kit di assemblaggio, domande o dubbi sono a disposizione.

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Carolina

Carolina il giorno del varo

Carolina è il primo prototipo del progetto che ha dato origine a Baarca.
E’ nata da una lunga gestazione durante la quale, dopo una prova con un altro modello, ho cercato di trovare la configurazione migliore, quella che potesse meglio di altre beneficiare dell’utilizzo del taglio a controllo numerico.
E’ una piccola canoa di 2,7 metri di lunghezza per circa 65cm di larghezza massima. Il peso è di circa 15kg finita. Ha otto corsi di fasciame per lato, costruzione a clinker, ovvero a fasciame sovrapposto. La sovrapposizione tra un corso di fasciame e l’altro è di sedici millimetri incollabile con resina epossidica caricata ma anche con colle monocomponenti resistenti all’acqua.

Pensata per l’ingegnerizzazione

Carolina è stata disegnata con l’intento principale di verificare la facilità di assemblaggio dei componenti tagliati a controllo numerico.
Per fare ciò non ho curato l’aspetto del comportamento in acqua, focalizzato unicamente a creare forme che, al termine della costruzione del guscio, mi consentissero di affermare “sì, si può fare“.

Un assemblaggio perfetto

E il risultato in fase di costruzione è stato al di sopra di ogni aspettativa. Il taglio in chiglia è estremamente preciso ed i corsi di fasciame si adagiano perfettamente uno sull’altro richiedendo solo limitatissimi aggiustamenti con raspa e carta vetrata. I tagli sullo specchio di poppa ricevono il fasciame in maniera perfetta. Solo su alcuni corsi, un piccolo sollevamento del leggero multistrato in fase di taglio li ha scavati più del dovuto, rendendo necessario un pareggio con resina caricata. Un inconveniente limitato comunque a 5/6 centimetri di incastro, e solo all’estremità dei corsi, sui circa 40 metri di incastro ricavati dal taglio. Le foto complete della costruzione le trovi a questo link.

Clinker e taglio numerico

Il clinker si presta perfettamente per il controllo numerico. Esteticamente molto bello da vedere non è impossibile da realizzare tutto a mano, ma necessita di tempo e buona abilità manuale. I corsi già tagliati a controllo numerico, con le superfici di accosto tra un corso di fasciame e quello adiacente perfettamente modellate nelle tre dimensioni, necessitano di minimi aggiustamenti. Si dovrà solo stendere la colla e morsettare.

Come va in acqua.

Ottimizzata come detto, per la fattibilità costruttiva, Carolina è risultata nervosetta in acqua.
Le linee molto fini a prua e più piene a poppa, con sezioni più stellate del dovuto e l’assenza di uno skeg, la rendono molto instabile con una tendenza accentuata al rollio e all’imbardata. Un adulto, grazie al suo peso e con un  bordo libero limitato a soli dieci/dodici centimetri dal pelo dell’acqua, risulta avere un assetto più stabile rispetto ad un bambino di dodici anni. Complice anche l’immersione dello specchio di poppa che frena sì l’imbarcazione ma ne rende più stabile il percorso limitandone imbardate improvvise.
L’uso di una pagaia doppia è sicuramente da consigliare su Carolina e l’aggiunta di un piccolo skeg aiuterebbe molto l’andatura.
E’ un barchino divertente e da domare, che allena l’equilibrio, da utilizzare quindi con i sensi ben attivi. Ma non ha riserva di galleggiamento: una scuffia in mezzo all’acqua costringerebbe ad una nuotata per tornare a riva. Da utilizzare quindi solo vicino alla riva, a meno di non aggiungere delle riserve gonfiabili all’interno opportunamente dimensionate.

Carolina, il varo

I materiali

Carolina ha la chiglia in sei pezzi di mogano massello con la superficie di battuta per il fasciame già tagliata e pronta per il montaggio.
Lo specchio di poppa è in multistrato marino di Oukumè da 19mm di spessore, anch’esso già modellato per mandare in battuta il fasciame.
Il fasciame è in multistrato marino di Oukumè da 6mm di spessore, già pretagliato e pronto per essere montato.
Il resto dei componenti è realizzato a mano con le seguenti essenze:

  • Frassino per madieri, bottazzi, braccioli, bagli e supporti dei bagli
  • Mogano e frassino per lo schienale
  • Pino per il pagliolato

Lo scafo è stato primerizzato con due mani di primer Stoppani e quindi finito con fondo e finitura alchidica PPG.
I legni a vista sono stati impregnati con un preparato a base di olio e quindi finiti con una vernice classica sempre a base di olii tradizionali: Deks Olje D1 e D2 della Owatrol.
La costruzione di Carolina

Disponibili i file 3D

I file 3D relativi al solo guscio di Carolina sono disponibli per l’acquisto a 34 euro. Sono in formato IGES e disponibili su richiesta in STL o altro formato a richiesta.
Si tratta di 17 file che comprendono:

  • Gli 8 corsi di fasciame  del lato sinistro
  • I 3 componenti del lato sinistro della chiglia
  • Lo specchio di poppa
  • I 5 componenti lo scalo di costruzione

Se hai la possibilità di tagliare i pezzi con una fresa a controllo numerico, con questi file puoi arrivare a costruire il guscio di Carolina e poi, volendo, proseguire con la realizzazione manuale degli altri componenti.
Potresti anche modificare i file al CAD per:

  • Stampare in 3D i pezzi, una volta scalati al CAD e creare così un modellino
  • Suddividere i corsi in due o tre componenti per tagliarli su frese più piccole
  • Costruire un modello in legno più piccolo di Carolina, magari per una bella fioriera nel tuo giardino

Oppure potresti decidere di acquistare i file e realizzarne i pezzi a mano, una volta ricavate le quote al CAD, e comprendere così a fondo la costruzione a fasciame sovrapposto tradizionale. Quella realizzata nel passato e ancora oggi da pochi maestri d’ascia dei cantieri tradizionali del legno.

 

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Vernici e smalti

Ho normalmente disponibilità di smalto nautico, vernici e primers per legno o ferro in avanzo da lavorazioni sui modelli.
In particolare la disponibilità attuale è la seguente:

  • Smalto Stoppani Clipper Bianco lucido S30 301 – poliuretanico monocomponente – 22€/0,75l – Scheda tecnica
  • Vernice Stoppani Classic Yacht UV S65056 – monocomponente – 18€/1l – Scheda tecnica
  • Fondo alchidico PPG Sigmarine 40 – monocomponente – 20€/1l – Scheda tecnica
  • Smalto alchidico PPG Sigmarine 49 bianco lucido – monocomponente – 22€/1l – Scheda tecnica

Per informazioni ed aggiornamenti di disponibilità contattatemi.

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Lo Yacht – Carlo Sciarrelli

Loyacht - Carlo Sciarrelli
Carlo Sciarrelli, Lo Yacht, Ugo Mursia editore
L’educazione al bello

Un libro sulla storia dello yachting e della progettazione nautica. Non vi troverete calcoli ma uno strumento unico per cominciare a comprendere il perchè ed il percome delle forme delle barche e per conoscere i progettisti che, con le loro creazioni, hanno fatto la storia dello yachting.
E’ un libro che fornisce spunti di riflessione ed approfondimento su che cosa è ‘bello’, ‘giusto’, ‘classico’, ‘una barca dalle linee pure’ e che, lo apprezzo particolarmente per questo, non fornisce praticamente soluzione. Forse, da studioso qual’era, Sciarrelli era ben consapevole che, alla domanda su quale fossero i criteri per fare di una barca un’opera d’arte, non vi era praticamente risposta. Ma qualche indicazione pur la troverete.

Tantissimi progetti realizzati ma nessuna menzione oltreoceano

Sciarrelli ha dato vita, tra il 1960 ed il 2005, a 138 progetti di cui la maggior parte realizzati e ad un libro che, a mio parere, rappresenta un unicum nel suo genere tra i pochi libri reperibili in lingua italiana. E ciononostante il suo nome non compare, insieme ai nomi di altri sedici progettisti italiani, nel The Encyclopedia of Yacht Designers di Knight and MacNaughton, che io sappia la più completa pubblicazione americana sugli yacht designer di tutto il mondo a partire da circa la fine del 1800 fino ad oggi. Questo fatto mi risulta ad oggi ancora incomprensibile, spiegabile solo con un esplicito dissenso da parte del progettista all’inserimento del suo nome nella pubblicazione americana.

Un libro da tenere sempre vicino

Un libro bellissimo. Di quelli che di tanto in tanto hai voglia di riandare a sfogliare, di tenere a portata di mano per rileggere intere parti già lette, e scoprire che tra le pieghe di una frase c’era qualcosa che non avevi pienamente compreso.
Scritto da chi progettava, con sapere artigiano ed occhio allenato al bello, barche splendide, pensate per navigare.
Per me un Maestro, anche non avendolo mai conosciuto, ho amato e amo le sue opinioni forti, forse per alcuni discutibili, ma che danno gioia per la libertà di giudizio e l’onestà intellettuale che esprimono.

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Giovanni, ingegnere. Venti anni di frequentazione della grande e piccola nautica classica e tradizionale, ed una innata passione per i lavori manuali. L'amore per la qualità ed i valori della tradizione. Il sogno di creare belle barche. Anni trascorsi sulle linee disegnate da Olin Stephens, Carlo Sciarrelli, Aage Nielsen e tanti altri prima, e di artisti come Iain Oughtred e Albert Strange più tardi. La convinzione che il lavoro di concetto e la tecnologia abbiano un senso solo se in grado di renderci la vita più semplice e più piacevole: devono essere di ausilio alla Qualità ed alla sua diffusione, più che alla quantità di ciò che si produce.
Baarca è il risultato di tutto ciò. Ed è in continua evoluzione.

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